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PERCHE' NON PARLI?: la fine delle voci

  • Immagine del redattore: Edoardo Amati
    Edoardo Amati
  • 12 giu 2017
  • Tempo di lettura: 5 min

[Tempo fa scrissi una poesia, preso dell'ispirazione, dal titolo " sono un attore". Cosa significa essere un attore? Esistono nella storia milioni di scrittori, registi e filosofi che, molto, prima di noi hanno calcato, vissuto e sentito un palco. Io ho sempre odiato gli aforismi. Questa parentesi per dire che odio chi parla con frasi già fatte. Molti critici, del giorno d'oggi, si sentono competenti e con ciò in grado di dare giudizi ma per questo, piccolo, spettacolo non esistono aforismi e frasi fatte.]

"Perché non parli?" Questo il titolo per il nuovo e originale, spettacolo teatrale inscenato, meglio, vissuto dai giovanissimi e non, dei ragazzi, dell’Oratorio teatrale "Tutti in scena" in collaborazione con "Amente sveglia". Uno spettacolo condotto da Andrea Abbafati, sceneggiatore, regista e attore di questo pezzo di vita, passatemi il termine, "parallela". Ci tengo a precisare che, naturalmente, non farò riferimenti alla trama poiché, credetemi, questo spettacolo va vissuto, ergo, raccontare qualunque cosa legato anche solo ai costumi, sarebbe, per me, una bestemmia nei confronti dell'arte.

Il tutto si muove tra delle emozioni che, per il contesto affrontato, vedere dipinte su questi, giovani e cresciuti, ragazzini ci fa catapultare noi stessi nei panni di Dio. Siamo semplici spettatori onnipresenti ma senza nessuna consapevolezza. Lo sguardo fisso verso l'etere rappresentato dalla platea ci fornisce l'effetto opposto a quello cui, dopo anni di cinema e teatro, siamo abituati. L'uomo è più forte del pubblico. Noi dei e spettatori proviamo un senso d’impotenza verso le figure sul palco. Comprendo, benissimo, di aver destato confusione nei vostri confronti. Era ciò che desideravo. I ragazzi riusciranno a replicare il "SOLD OUT" della prima serata, quindi, avendo io destata confusione vi rimando alla replica. Potrete trovare gli aggiornamenti sulla pagina fb del gruppo che, sinceramente, v’invito a seguire.

Parliamo un po' degli attori e del clima.

Un, grandissimo, applauso alla "piccolina" che già, diverse volte, ha avuto la capacità di farmi emozionare Ludovica Maira (Rebecca). La piccola ma, già, grande attrice ha dimostrato una tenacia e un coraggio, inaudito, prendendosi anche dei rischi a recitare, poco prima dello spettacolo, era senza voce. Cosa che, sinceramente, se non ce lo avesse detto il regista, io, non avrei notato. Questo è stato possibile soprattutto grazie alle "cure" di coloro che, probabilmente, l'han vista crescere.

Questi "padrini" son Andrea Abbafati che, qui, vediamo nei panni di Luigi uno dei fratelli di Rebecca. Un fratello protettivo ma allo stesso tempo rassegnato e voglioso di rivalsa verso la situazione cardine della trama. Abbafati porta in scena la rabbia e il furore di un ragazzo che, nonostante tutto, cercare di mantenere al sicuro la propria famiglia pur, a volte, diventando ostile nei confronti dei propri genitori e fratelli. "Capogruppo" di una famiglia, spesso, allo sbaraglio.

Fratello acquisito della rivalsa dello spettatore che nel cambiare degli sfondi matura sempre di più'.

Troviamo in questa "sinfonia" anche la signorina Carlotta Sperati nei panni, o meglio, in uniforme militare di Anna. Questa giovane soldatessa, Anna, si presenta come una grande amica di Luigi e, davvero, fonte inesauribile d’informazioni fondamentali per la rivalsa nei confronti dell'oppressione da parte dei "crucchi". Mi son concesso solo di comunicare questa piccola informazione ma per chi, purtroppo, non potrà usufruire di questo "racconto" troverete delle "mini narrazioni" sul profilo dedicato allo spettacolo.

Non meno importanti sono le interpretazioni del padre e della madre di questa "large family " che, pur disperatamente, cercano di far indorare la pillola della situazione corrente. Interpretati rispettivamente da Marco Noro e Giacinta Ferdinardi, loro, portano sotto le luci del teatro Aurora una, vera, famiglia. L'alito della morte aleggia sempre su ogni cambio di scena, la bontà di questi genitori e la voglia di proteggere i propri "piccoli" è incessante. Ogni sguardo e bacio sulla fronte, per me, trasuda da tutti pori amore.

Un grande applauso va anche alle restanti sorelle di Rebecca: Marina e Catia. Le due ragazzine interpretate da Federica Ciarla nei panni di Marina e Marta Bastianelli nel ruolo di Catia. Per tutto l'arco della vicenda teatrale, io, non ho mai avuto a che fare col pensiero che queste parentele siano un normale, artificio scenico. Son state, semplicemente, bravissime. L'affetto che traspariva in ogni movenza era tangibile così come, fantastico, è stato anche il dubbio, in gran parte, condiviso dal pubblico sulla sanità mentale di Rebecca.

Diversi spettacoli, non di questa compagnia, ho notato che avevano delle fondamenta, abbastanza, fragili. Cosa che, sinceramente, non ho visto in questo spettacolo. Tale fragilità non è stata identificata da me, soprattutto, grazie alla competenza nel cucire per gli altri ragazzi un ambiente verosimile. Nel gruppo di amici delle sorelle e di Luigi, troviamo, anche, delle figure importantissime che, comunemente, etichettiamo come gli amici delle nostre ragazze. Tra di essi scorre velocemente anche l'amore tra due personaggi. Questa coppia, a parer mio, "sofferta" è stata quella di Adriano (Andrea Polletti) e la sorella di Rebecca (Ludovica Maira), Marina (Federica Ciarla). Gli altri membri del cast: Gaia Minasola (Sofia), Chiara Rosellini (Gisella), Claudio Piga (Davide)e Vanessa Colasanti( Maria); Tutti loro son stati fondamentali per dipingere, in maniera perfetta, questo quadro pieno di Amore, odio e violenza che è questo spettacolo.

Un piccolo appunto va proprio a Arianna Petrozzi, nei panni della sorella di Anna (Carlotta Sperati) che, per i miei gusti, ha dimostrato, per la sua giovane età, di trovarsi a suo agio sul palco. Tutto questo è il riassunto senza fare spoiler di tutto lo spettacolo, ho scelto, volontariamente, di mantenermi su dei canoni da "chiacchere da bar", sì, ma con alcuni tratti di "Alzheimer" per non farvi assaggiare neanche un minimo, dettaglio. V’invito con la presente a far staccare altri biglietti a questi talenti. Cerchiamo di far alimentare una voce, indiretta, di protesta contro molte cause in modo tale che, un giorno, questa possa diventare un coro.

Mi prendo una piccola parentesi estranea al ruolo di recensore. Allora. Ragioniamo insieme.

Viviamo nel 2017, questa, è l’età della commercializzazione dell'arte, fino a farla diventare pure e semplice vanità. Queste arti come il teatro, il cinema, io, vorrei fossero tenute più d'occhio al posto del, solito, tg che, continuamente, parla delle solite cose trite e ritrite, questo è il pensiero dovuto, anche, lo spettacolo.

Cerchiamo di riuscire ad avere una possibilità di stravolgere gli eventi cosi' da poter promuovere cose differenti. Diamo importanza all'arte, diamo importanza al sorriso di chi, ancora oggi, da importanza alla voce dei propri nonni. Una voce sofferta e con degli scritti, spesso, dimenticati. Diamo vita all'arte modificando, anche, gli eventi passati. Complimenti Ragazzi! Complimenti a ogni, più piccolo, ruolo e un, semplice, augurio alla vostra regia, alle luci e ai "Men behind" come le comparse che, costantemente, arricchiscono il lavoro anche dei costumisti.

Arrivederci a una prossima recensione

Edoardo Amati Voto 9/10

Quì di seguito la galleria con i caracter posterer e la Grafica Ufficiale:

Immagini prese dallo spettacolo:

fonte https://www.facebook.com/andrea.abbafati.9?hc_ref=SEARCH

Pagine utili:

https://www.facebook.com/Amentesveglia-1704776523097203/

https://www.facebook.com/IMarvin-1550571291912954/

https://www.facebook.com/DemiMauro/

https://www.facebook.com/oratorioteatraleTUTTINSCENA/

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