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ABBIAMO BISOGNO DI EROI

  • Immagine del redattore: Edoardo Amati
    Edoardo Amati
  • 18 nov 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Mi sento di condividere qualche passaggio della mia vita ultimamente. Ora mi chiederete "Cosa ce ne può importare a noi?“ La mia risposta? Non lo so ma questo è il mio diario sito e finchè mi consente di esprimermi, per quanto spesso mi possa tagliare le ali, cercherò di farlo in tutto il mio stile a tratti melodrammatico e troppo incisivo ma per questo contesto, credetemi, lo reputo giusto. La mia riflessione parte da qui, da una semplice frase anzi citazione "Nessuno dovrebbe andare al cinema se non crede agli eroi" il problema è che purtroppo agli "eroi" noi ci crediamo ma a quanto pare determinati organi, no.

Cinema e Teatro possono sembrare agli occhi dei profani come semplici luoghi di aggregazione, per chi ama quest'arte invece sono propri battiti cardiaci. Ogni poltrona rossa o blu che sia, sono battiti che scandiscono il giusto tempo. Il tempo di una risata e di una lacrima che scende sul volto. Il battito cardiaco delle emozioni, così lo definisco io. Non sono uno scrittore ne un giornalista e sinceramente parlando cerco di scrivere nella maniera più basica possibile, non è nel mio interesse esser scambiato per chi usa davvero una penna per creare qualcosa, mi interessa solamente comunicare come mi sento. Mi sento male. Non sento più risuonare nella mia cassa toracica quei battiti che tanto mi hanno fatto e mi fanno perdere il fiato, non sento più nulla.

Passo tutti i giorni davanti al cinema del mio paese, lo stesso cinema che più che essere un luogo d'intrattenimento è diventato una casa.

Vedendolo chiuso lì con le locandine attaccate e i vetri delle vetrine sporche non fa che farmi sentire male creandomi dei piccoli conati di vomito che cerco di rimandare giù continuamente scendendo a patti con il mio stomaco.

Molti amici hanno pubblicato stati, scritto post e condiviso foto per simboleggiare questo malessere e io? Io nulla… ho semplicemente scattato una fotografia a un teatro poco prima della seconda chiusura. Non posso veramente farvi comprendere la rabbia di colleghi che si ritrovano senza lavoro e senza la possibilità di fare autoterapia tramite queste arti. Non posso nemmeno rendervi troppo partecipi di cosa significa vivere con una macchina fotografica di fianco senza poter riprendere ma è così. Sceneggiature che prendono polvere, file che non fanno nulla se

non diventare ogni giorno più vecchi e, soprattutto, gruppi di WhatsApp creativi costituiti da amici, morire nel

nulla...

Riprendendo la citazione del buon John Wayne , no! Non dobbiamo credere negli "Eroi" dobbiamo noi stessi diventare degli eroi. Non intendo gli eroi che indossano tutine attillate al limite del ridicolo, no, dobbiamo diventare eroi nel senso che dobbiamo

avere un pubblico. Tutti gli eroi hanno bisogno di un pubblico, i conduttori e possessori di cinema e teatri, in quanto tali, devono avere la possibilità di riavere in sala, seppur pochi, degli estimatori che gli consentano di riaccendersi dopo aver sofferto il "Buio".

Perché l'eroe è questo, l'eroe e 'colui che dopo il buio con un battito di mani, riesce a trovare la luce. Questi sono gli eroi, il cinema e il teatro, gli unici che possono squarciare con un fascio di luce il "Buio in sala".

Vi prego, ridateci i nostri eroi...

Edoardo Amati

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